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orari e ingressi

Il Museo Eidos è aperto:

giovedì, venerdì e sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

È possibile visitare il Museo Eidos gratuitamente, su prenotazione scrivendo a: ciao@museoeidos.it oppure utilizzando il calendario in basso.

Ci troviamo presso la struttura di Santa Maria al Rifugio,
in piazza San Francesco a Cava de’ Tirreni.

prenota

Usa il calendario per riservare il tuo accesso. Dopo aver effettuato la prenotazione, per favore attendi la mail di conferma. La prenotazione è obbligatoria. L’ingresso è gratuito.

visite guidate

Per accedere consapevolmente ai contenuti del Museo Eidos, è consigliabile pianificare la visita e richiedere allo staff come organizzarsi al meglio: vi forniremo informazioni pratiche, materiali didattici e schede di approfondimento. Sarà possibile richiedere il servizio della visita guidata per l’esplorazione tattile delle opere della collezione.

Procedendo con l’invio dichiaro di aver letto l’informativa privacy disponibile qui

visite scolastiche

Il Museo Eidos ha principalmente fini educativi e didattici. Accoglie scuole di ogni ordine e grado, pianificando visite collettive e individuali, secondo programmazioni di attività didattico-laboratoriali personalizzate (laboratori grafico-plastici, di scrittura e calligrafia, botanici e di modellazione) in considerazione delle specifiche disabilità e delle possibili declinazioni educative della collezione di rappresentazioni artistiche e composizioni vegetali. Il processo prevede in primo luogo una percezione appropriativa della collezione e in seguito una sua restituzione abilitativa.

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struttura

Il Museo Eidos ha sede in un piccolo spazio all’interno del Complesso Monumentale di Santa Maria del Rifugio di Cava de‘ Tirreni, di proprietà comunale, sito all’ingresso sud della città.

Cenni storici
L’edificio fu costruito come sede del convento per l’Ordine dei Frati Minori, che ne presero possesso nel 1501, anche se la struttura fu ultimata solo diversi anni più tardi, non solo con il finanziamento dell’Università Cavese, ma anche con tasse e gabelle imposte ai cittadini. Nel corso dei secoli il Convento ha subito varie trasformazioni e destinazioni d’uso, il Chiostro però ha mantenuto la sua originaria struttura: una sequenza di volte a crociera che fornisce la successione delle campate del porticato.

Al centro del Chiostro vi è una cisterna per la raccolta delle acque piovane. I bassorilievi che ne adornavano la vera furono trafugati nel 1985 a causa dello stato di abbandono in cui versava l’edificio dopo il grande terremoto del 1980. Una serie di vicissitudini storiche ha visto il Convento trasformarsi di volta in volta in spazio di accoglienza adattabile a varie esigenze: nella seconda metà dell’800 fu sede di studio, poi base della Confraternita dell’Immacolata Concezione; nel 1700 sede dell’Accademia dei Ravveduti, cento anni più tardi quartier generale delle truppe francesi al seguito del Generale Championnet, che arrecarono gravi danni alla struttura. Infine, con la soppressione degli ordini religiosi nel 1866, i frati abbandonarono definitivamente il Convento che però non fu distrutto perché “reputato degno per la comodità e la situazione del suo locale e per i vantaggi spirituali che offriva alla popolazione” (da una lettera del 1811 di Monsignore Bartolomeo de Marinis, Vicario Capitolare della diocesi).

La municipalità cavese provò, senza riuscirci, a non far sopprimere l’ordine francescano, così, nel 1867 l’ultimo frate rimasto nel convento, Padre Cherubino da Sarno, si spogliò dell’abito francescano e si vestì di quello talare per continuare a esercitare il culto religioso. Il Convento venne affidato alla Congrega di carità che ne diventò legittima proprietaria. Infine, con regio decreto del 13 novembre 1868, nel Convento fu trasferito l’orfanotrofio femminile nato dal Conservatorio delle oblate di Santa Maria del Rifugio, che era sorto alla fine del ’600.

Il giardino
Il Convento è dotato di un giardino che ha esercitato particolare fascino sui viaggiatori del ’700, oggi in attesa di recupero da parte dell’amministrazione comunale. Il paesaggista tedesco Jacob Philipp Hackert (1737-1807) ne rimase colpito, tanto da raffigurarlo nel dipinto Veduta di Cava de’ Tirreni del 1792 (Gouache su cartone, cm 46 x 98), conservato a Caserta nel Palazzo Reale.

Il restauro
Il grande terremoto del 1980 ha fortemente compromesso il Complesso Monumentale di Santa Maria del Rifugio. L’attuale restauro è stato realizzato dall’amministrazione comunale con fondi della legge 219/81 (fondi destinati alla ricostruzione dopo il terremoto) e della legge del Giubileo; la spesa complessiva è stata di circa 7 miliardi di lire. La distribuzione dei vari ambienti ha rispettato l’originario impianto e la scelta dei materiali, cotto, basalto, breccia irpina, marmo bianco è stata dettata da uno studio degli antichi materiali già presenti nel Convento.

Lo stato attuale
Attualmente la struttura ospita un plesso didattico e il Museo Eidos.